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Tumore Della Prostata

Tumore della prostata: uno dei tumori più comuni negli uomini.

Possono non essere presenti sintomi all’inizio, mentre nelle fasi avanzate può causare difficoltà nella minzione e dolore osseo.

Lo screening è uno strumento per la diagnosi precoce.

Epidemiologia ed etiologia: il tumore della prostata rappresenta la seconda neoplasia maligna più frequente nell’uomo. L’incidenza di questo tumore aumenta all’aumentare dell’età. Esso infatti è raro sotto i 40 anni, fino a interessare circa il 59% degli uomini di età > 79 anni (Bell, K.J., et al. Prevalence of incidental prostate cancer: A systematic review of autopsy studies. Int J Cancer, 2015. 137: 1749).

Alcuni tra i principali fattori di rischio associati alla insorgenza di tali tumori sono:

  • Familiarità. Tale neoplasia può insorgere più frequentemente e in età precoce in soggetti portatori di alcune specifiche mutazioni geniche (es. BRCA 1 e 2)
  • Stile di vita. Obesità, diabete, sindrome metabolica (ipertensione, ipercolesterolemia) sembrano associati a un maggior rischio di sviluppare la malattia
Sintomi: il tumore della prostata nella maggior parte dei casi origina dalla così detta capsula prostatica (zona periferica). Anche per questa ragione i sintomi di questa malattia possono essere sfumati o del tutto assenti nelle fasi iniziali.

Quando la malattia si trova in fase localmente avanzata o avanzata può dare segni di se, determinando sintomi quali LUTS, sintomi irritativi, ematuria, stipsi/alterazioni dell’alvo, dolore pelvico, astenia, dolore osseo, dimagrimento patologico, ecc..
Diagnosi: sebbene la malattia possa passare anche del tutto asintomatica nelle fasi iniziali, oggigiorno sono disponibili strumenti diagnostici potenti che consento spesso di eseguire screening con diagnosi precocissime.
  • Dosaggio del PSA totale e libero + esplorazione rettale e visita urologica: questa combinazione rappresenta uno dei più importanti momenti diagnostici e consente, quando indicato, di eseguire lo screening per questa neoplasia.Per gli uomini sopra i 40-50 anni è consigliabile eseguire annualmente il dosaggio del PSA totale e libero e sottoporsi a visita urologica con esplorazione rettale
  • mpRMN (risonanza magnetica multiparametrica) della prostata: questo esame ha recentemente rivoluzionato la diagnostica dei tumori della prostata. Grazie alla sua capacità di evidenziare noduli prostatici potenzialmente sospetti, il suo impiego ha consentito di ridurre il numero di biopsie prostatiche “inutili” e consentire l’esecuzione di biopsie mirate.L’accuratezza diagnostica della mpRMN si spinge fino al 90%, mentre il valore predittivo negativo (cioè la capacità di discernere lesioni non maligne) più raggiungere il 94%. Attraverso l’impiego di questa tecnologia è possibile attribuire ad ogni area di interesse della prostata un punteggio che va da 1 a 5 , secondo la classificazione di PI-RADS (riconosciuta dalle linee guida internazionali). Tale punteggio rappresenta un indicatore di probabilità che la lesione in questione costituisca un tumore maligno.
  • Biopsia prostatica standard e mirata (fusion): esame diagnostico condotto in anestesia locale e sotto guida ecografica (ecografia trans-rettale) che consente di ottenere dei prelievi di tessuto prostatico da poter analizzare con esame istologico.La biopsia prostatica standard si esegue facendo una campionatura random della ghiandola, in tutti i quadranti. Per tale ragione il maggior limite è rappresentato da mancato campionamento di una zona neoplastica. La biopsia prostatica target (fusion) consente di eseguire prelievi mirati sulle zone ad alta probabilità di ospitare tumore prostatico. Tale risultato si ottiene grazie a software e hardware dedicati che consentono di fondere le immagini della mpRMN con quelle in tempo reale della ecografia trans-rettale. Tecniche radiologiche di secondo livello come la TC e tecniche radiologiche di medicina nucleare come la scintigrafia ossea, la PET-colina o la PET-PSMA sono utilizzate per la stadiazione della malattia e la ricerca di eventuali metastasi a distanza, quando indicato.
Terapia del tumore della prostata:

Allo stato dell’arte i possibili trattamenti per il tumore della prostata sono molteplici. Sempre più ci si orienta verso terapie “ritagliate” sul singolo paziente, rendendo la gestione di questa malattia assolutamente multi-disciplinare.

La gestione multi-disciplinare dei pazienti affetti da tumore della prostata si pone l’obiettivo di perseguire il miglior trattamento possibile per ogni singolo paziente. La figura dello specialista Urologo resta una figura cardine per il percorso diagnostico-terapeutico di questi pazienti.

Tra i trattamenti disponibili per i pazienti affetti da tumore della prostata:
  • Sorveglianza attiva (AS): questo trattamento può essere proposto in pazienti fortemente motivati, affetti da tumore prostatico a basso rischio (attenta valutazione specialistica) e prevede controlli periodici della malattia. Lo scopo è quello di procrastinare il trattamento attivo e i conseguenti effetti avversi. Se condotta con scienza e coscienza , la sorveglianza attiva rappresenta una strategia terapeutica valida.
  • Intervento chirurgico di prostatectomia radicale (RP): asportazione in blocco di prostata e vescicole seminali con eventuale asportazione consensuale dei linfonodi iliaci e otturatori. Quando indicata, la prostatectomia radicale rappresenta il trattamento attivo di scelta. Le due principali complicanze di questo intervento sono la disfunzione erettile e l’incontinenza urinaria, che possono manifestarsi in modo variabile da caso a caso e per le quali è possibile seguire dei percorsi di riabilitazione funzionale e andrologica, volti al recupero quanto più possibile completo.
  • Radioterapia (RT): Consiste nella erogazione di fasci di radiazioni ionizzanti diretti sulla prostata. In certe condizioni rappresenta una alternativa all’intervento chirurgico, in atri casi può essere eseguito come trattamento adiuvante (es. pazienti con tumore localmente avanzato) o di salvataggio (recidiva biochimica) in pazienti precedentemente sottoposti a prostatectomia radicale (fondamentale una valutazione specialistica multi-disciplinare).
  • Terapie focali (es. HIFU, crioterapia, brachiterapia).
    1. Terapia farmacologica ormonale e chemioterapia.
Chirurgia robotica per il tumore della prostata: L’impiego del Robot nel trattamento del tumore della prostata ha consentito, a parità di risultato oncologico, un miglioramento del recupero post-operatorio (tempi di degenza più brevi, riduzione dei sanguinamenti e del conseguente numero di emotrasfusioni). La magnificazione dei dettagli ottenuta con il sistema di visione robotica 3D, così come la possibilità di riprodurre tutti i gradi di libertà della mano umana sugli strumenti robotici (cosa non possibile in laparoscopia tradizionale), consente non solo di riconoscere anche i più piccoli dettagli anatomici ma anche di eseguire operazioni fini, grazie ai quali è possibile, quando indicato, ottimizzare la tecnica “nerve sparing” (risparmio dei nervi deputati all’erezione) che consente più rapido recupero della funzione erettile dopo prostatectomia radicale robotica (RaRP)

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Follow-up:

Il controllo del paziente trattato per tumore della prostata si avvale in prima battuta di dosaggi periodici del PSA totale. Oscillazioni di questo antigene rispetto ai valori pre-trattamento devono essere adeguatamente interpretati.

L’impiego di indagini di secondo livello (quali ad esempio la PET/TC-colina o PSMA) può essere indicato in casi specifici per ricercare recidive e secondarismi precocemente, al fine di pianificare la migliore strategia terapeutica.