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Definizione: per prostatite si intende una infiammazione della ghiandola prostatica. Tale patologia può essere su base batterica o non batterica, ad andamento clinico acuto o cronico, sintomatica o asintomatica.

E’ possibile classificare questa patologia in quattro gruppi:

  • Categoria I: prostatite acuta batterica
  • Categoria II: prostatite cronica batterica
  • Categoria IIIa: prostatite abatterica infiammatoria (sindrome del dolore pelvico cronico – CPPS)
  • Categoria IIIb: prostatite abatterica non infiammatoria (sindrome del dolore pelvico cronico- CPPS)
  • Categoria IV: prostatite asintomatica
Epidemiologia ed etiologia: il maggior rischio di sviluppare prostatiti si stima essere nella fascia di età compresa tra la II^ e la III^ decade, sebbene lo sviluppo di IPB (iperplasia prostatica benigna) così come di altre affezioni più frequenti in età più avanzate (es. diabete mellito, sindrome metabolica) possono aumentare il rischio di sviluppare prostatiti anche in età più avanzata.
Sintomi: i sintomi possono variare notevolmente a seconda della forma di prostatite, variando da malattie asintomatiche a forme acute con sintomi importanti (febbre elevata, severi disturbi urinari, fino alla ritenzione acuta di urine, sintomi irritativi come il bruciore minzionale, dolore localizzato al livello perinatale e sovrapubico).

Nelle forme acute batteriche, la prostatite può associarsi allo sviluppo di infezioni consensuali a carico di testicoli ed epididimi. Spesso questi pazienti riferiscono comparsa improvvisa dei sintomi da prostatite acuta (vedi sopra) e aumento di volume scortale associato a dolore.

La condizione di CPPS è invece caratterizzata da sintomi pelvici senza alcun riscontro di cause organiche, rendendo molto spesso tale diagnosi una diagnosi di esclusione.
Diagnosi: la raccolta e interpretazione di una anamnesi accurata, associata ad una vista approfondita, sono fondamentali per una corretta diagnosi e quindi una terapia efficace. Spesso possono rendersi necessari ulteriori esami diagnostici, come ad esempio l’esame delle urine con urinocoltura, esami ematochimici, l’ecografia dell’apparato urinario.
Terapia:

La terapia della prostatite è quasi sempre farmacologica sebbene in alcuni casi possono rendersi necessarie manovre più invasive, come nel caso di prostatiti complicate da ascessi prostatici che devono essere drenati o in caso di ritenzione urinaria acuta con indicazione, spesso solo temporanea, al posizionamento del catetere.

Quando non si rendono necessarie manovre invasive, queste affezioni possono essere trattate con associazioni di più farmaci (es. antibiotici, integratori adiuvanti, alfa litici, ecc..)