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Iperplasia Prostatica Benigna (IPB)

Definizione: aumento volumetrico non neoplastico (quindi benigno) della regione peri uretrale della prostata, con la formazione del cosiddetto “adenoma” prostatico.

Tale condizione si instaura a partire dalla IV^ decade di vita in circa l’80% dei casi, determinando, in una percentuale molto variabile (30-60% dei casi), sintomi urinari definiti con l’acronimo LUTS (Lower Urinary Tract Symptoms) oltre che sintomi irritativi legati al possibile coesistenza di processi flogistici.

La patogenesi di tale condizione è legata tanto a fattori ormonale quanto a fattori ambientale e legati allo stile di vita.
Sintomi: spesso i pazienti affetti da tale condizione si rivolgono allo specialista Urologo a causa della comparsa di LUTS quali urgenza minzionale (stimolo impellente che costringe il paziente a dover recarsi improvvisamente e tempestivamente in toilette), esitazione minzionale (“lag” tra la decisione volontaria di avviare la minzione e l’effettivo avvio del mitto), mitto ipovalido (ridotta intensità del getto urinario che, nei casi più gravi, può essere così debole da “cadere sulle scarpe” costringendo i pazienti a urinare in posizione seduta), senso di incompleto svuotamento (sensazione di non aver svuotato completamente la vescica dopo la minzione), minzione in due tempi, pollachiuria (minzioni frequenti durante la giornata), nicturia (minzioni frequenti durante le ore di sonno: il paziente riferisce di essere svegliato dallo stimolo), sintomi irritativi.

Nei casi più gravi si può arrivare alla ritenzione urinaria acuta (RUA), cioè al blocco urinario completo con stimolo imperioso a cui non segue una minzione spontanea. In questi casi, che rappresentano una vera e propria urgenza urologia, può essere necessario posizionare un catetere vescicale per consentire all’urina di defluire.

La progressiva evolutività della malattia determina, in alcuni casi, l’instaurarsi lento dei sintomi al punto che il paziente può abituarsi progressivamente al peggioramento della qualità minzionale, non riconoscendo il problema (spesso questi pazienti non riferiscono alcun sintomo). L’estrema conseguenza di questo quadro è la così detta ritenzione urinaria cronica, cioè una condizione per la quale il paziente presenta la vescica (e in alcuni casi anche le vie urinarie alte) costantemente piena di urina. Si assiste quindi alla comparsa dell’iscuria paradossa, condizione legata al fatto che la vescica è sempre piena ed in sovradistensione, perchè non può essere svuotata correttamente (vaso che tracima) e solo il gradiente pressorio dovuto al superamento della capacità vescicale massima, unitamente alla forza di gravità (cfr. Legge di Bernoulli sulla meccanica dei fluidi); genera energia sufficiente per determinare le perdite urinarie ‘paradossali’.

Le estreme conseguente del quadro di ritenzione cronica di urina legata all’IPB sono lo scompenso detrusoriale (con perdita graduale della capacità contrattile della vescica), le infezioni urinarie, la formazione di calcoli vescicali (per aggregazione di cristalli nel residuo post- minzionale), fino alla insufficienza renale legata ai reflussi di urina nelle alte vie (idro-uretero-nefrosi).
Diagnosi: il primo step diagnostico è rappresentato da una corretta raccolta e interpretazione dell’anamnesi, cioè dei sintomi riferiti dal paziente e della sua storia clinica. Gli esami diagnostici più spesso necessari per indagare e caratterizzare l’IPB e i LUTS correlati cono:
  • Esame obiettivo ed esplorazione digito rettale.
  • Questionari validato: come l’IPSS score.
  • Ecografia dell’apparato urinario e prostatica trans-rettale.
  • Uroflussometria con valutazione del residuo post-minzionale ed Esame urodinamico.
  • Esami di laboratorio: ematochimici, con dosaggio del PSA, ed esame urine con eventuale urinocoltura.
  • Uretrocistoscopia.
Terapia:

L’IPB è una patologia benigna e per tanto necessita di trattamento nel caso in cui determini un reale disturbo (sia da un punto di vista funzionale che dei sintomi percepiti). Una prostata di volume aumentato in assenza di sintomi oggettivi e/o di compromissione della dinamica minzionale e della normale omeostasi dell’apparato urinario, non necessariamente merita un trattamento.

Quando necessario la terapia dell’IPB si avvale di diverse armi. In prima battuta è possibile impostare una terapia farmacologica. Oggigiorno esistono diverse molecole impiegabili nel trattamento di questa patologia, fino ad arrivare a terapia con associazioni di più farmaci (es. i farmaci alfa-litici, gli inibitori della 5-alfa-reduttasi, i fisioterapici come la serenoa repens, ecc..).
Terapia chirurgica: nei casi in cui si rende necessario un trattamento più incisivo (es. inadeguatezza della terapia farmacologica) è possibile eseguire un trattamento chirurgico.

Esistono diverse tecniche per il trattamento chirurgico dell’IPB. Dalle procedure endoscopiche come la TURP, l’enucleazione laser (es. “Thullium Laser Enucleation of the Prostate”- THULEP), a quelle chirurgiche tradizionali come l’ATV (adenomectomia trans vescicale).

Quando possibile i pazienti affetti da questa patologia possono giovare di trattamenti ultra mini invasivi come il REZUM, che consiste in un trattamento termo convettivo a vapore acqueo eseguibile in anestesia locale.

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